Titel-Thesen-Temperamente
del 25.06.2006 http://www3.mdr.de/titel-thesen-temperamente/250606/mafia.html
Pizzo per tutti
Come una rivista satirica siciliana prende in giro la mafia
L’arresto di 13 boss della mafia in Sicilia è accompagnato da un fronte anti-mafia, che si serve di nuove forme di lotta. Per decenni si è taciuto sulla mafia, adesso se ne parla del tutto pubblicamente, si discute e si accusa. A Palermo esiste da un pò di tempo la rivista satirica “Pizzino” che si è data il compito di affrontare i temuti boss senza esclusione di colpi e di invitare la popolazione intimorita alla risata liberatoria sulla piovra criminale.
“Pizzo per tutti!” rivendica la redazione e declina la cultura
mafiosa con spirito maligno attraverso tutte le rubriche tradizionali: dalla
ricetta all’ astrologia, passando per lo sport, il ritratto e il commento.
Anche i negozianti di Palermo sono presi dal coraggio di opporsi al racket:
più di cento di loro hanno aderito al movimento “Addio Pizzo”
e si rifiutano di acconsentire la pretesa della mafia di pagare il pizzo. Sempre
più propretari di negozi - che sia un’agenzia di viaggio, un albergo,
un bar o una farmacia – aderiscono all’iniziativa. La popolazione
viene incitata a consumare criticamente, cioé a fare la spesa là
dove ci si oppone al sistema del racket.
Solidarietà con chi non paga il pizzo
Tutto ha iniziato nell’anno 2005: Di notte Palermo è stata tappezzata
con dei piccoli adesivi, difficili da staccare. Sui quali era scritto: “Solidarietà
con chi non paga il pizzo: denunciate gli estortori!” e “ un intero
popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”.
“Eravamo un gruppo di persone giovani, che voleva aprire un bar”,
racconta Edoardo Zaffuto (ndr: non “Zafferto”), iniziatore di “Addiopizzo”.
“Ci chiedevamo, che cosa sarebbe accaduto se ci avessero richiesto il
pizzo. Così nacque l’idea di stampare questi adesivi e di attaccarli
per tutta Palermo. Nel frattempo quì sono diventati parte del quotidiano.”
Con questo iniziò una piccola rivoluzione. Negozianti e commercianti
di Palermo fecero seguito all’iniziativa e dichiararono di rifiutare di
pizzo. Tra questi anche Piero Onorato della libreria Broadway, il quale riconosce:
“Semplicemente non penso al pericolo. E credo che per noi negozianti sia
qualcosa di inevitabile, una cosa in un qualche modo naturale.
È un’espressione di civiltà.”
Tra quelli che si oppongono c’è anche l’albergatore Maurizio
Vara. “Per me è così: chi si difende e chi denuncia la mafia,
vive meglio”, dice lui. L’opposizione coraggiosa è la risposta
a un passato sanguinoso, a una serie di attentati brutali degli anni ’90,
alla rivoltante esecuzione dei leggendari giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Dal 2005 a Palermo esce mensilmente la rivista di satira “Pizzino”,
che si dedica esclusivamente alla mafia. Il suo coraggioso redattore responsabile
è Gianpiero Caldarella. In redazione nel centro storico di Palermo prevale
il motto: Nessun rispetto all’onorata società.
Umorismo cattivo con la mafia
“Pizzino è una rivista di satira, che non prega che la mafia sparisca, ma che bestemmia e la maledice”, dice Caldarella. “Perché non possiamo lasciare che a combattere la mafia siano solamente quelli che ne sono responsabili. Il nostro compito è di chiarire che la mafia vale meno che i buchi che abbiamo nelle tasche dei nostri pantaloni.” La redazione di “Pizzino” è un gruppo piccolo e creativo. La mafia per “Pizzino” diventa un divertimento cattivo, i temuti killer vengono resi ridicoli. Nel primo numero hanno promosso il “Pizzo-Day”, il giorno del pizzo. Si occupano di politici corrotti, danno il saluto all’appena arrestato boss mafioso Provenzano riprodotto su uno zerbino.
Leonardo Vaccaro, un altro redattore
di “Pizzino” spiega: “Utilizziamo l’estetica della pubblicità.
In questo modo catturiamo il lettore nel nostro percorso. Forse lui riconoscerà
solo lentamente l’ironia. Quello che noi vogliamo è mostrare il
re, cioé il boss mafioso, nudo.”
A Palermo la campagna mostra i suoi primi effetti. La vecchia paura davanti
ai boss mafiosi si è trasformata in indignazione e rabbia. Finalmente
si parla apertamente della mafia. Certamente non si può evitare che gli
affari continuino, però nelle teste delle persone il loro potere è
spezzato.
Traduzione di Samantha Tomarchio