|
|
|
|
|
Acc
CURA ALLA CURA
Caro amico/cara amica, la malasanità è morta. Pece all’anima
sua. Dopo l’Assistenzialismo e il Liberismo, è iniziata la
nuova era della sana pubblicità pubblica sanità:
il “Cazzituoismo”.
Adesso la tua salute è in buone mani, le tue. Siamo fieri di consegnare
direttamente a casa tua il coltellino “Crepasan”, realizzato
con i fondi neri ricavati dalla neonata tassa sugli anticorpi (“I.RAP.INA.TI”),
contrastata solo da quei minchioni dei movimenti antiglobulizzazione.
Ora puoi essere al passo con i tempi e affondare le tue radici cariate
nel motto “Mendico, cura te stesso”. Hai mai sentito parlare
del principio della esclusiva responsabilità personale del malato?
Certamente sì, tu che sai cosa significa avere una sana e robusta
costituzione.
Da oggi non sarai più costretto a corse negli ospedali, ad attese
o ad errori sanitari che creano fastidiosi strascichi giudiziari. Il “Cazzituoismo”
è scienza, non coscienza esatta. Quella ti servirà per arrangiarti.
Ma stai in Campanella, perchè i veri pappaveri cercheranno di rubartelo
per spacchettare tariffari gonfiati , assunzioni mirate, promozioni a
pioggia, pacchetti di voti fioccanti, appalti salati, concorsi dolci,
consulenze sanguisuga, apparecchiature fantasma, donazioni da cupole farmaceutiche
e non…. Basterà ricordarti che chi c’ha la Sanità
c’ha tutto. Ci vuole pazienza ad essere pazienti. Auguri!!!
A.C.C. (Associazione Chirurghi Casalinghi)
|
|
|
|
|
|
|
EDITORIALE-SCREDITORIALE-EDITROIALE-FETIDORIALE
Voscienza ‘bbenedica,
a ‘stu minutu Vossià avete le mani un poco attaccate, ma
non si preoccupasse e si riguardasse la salute che le mani sulla Sanità
continuiamo a mettercele Nuatri.. Bisogna avere la cura giusta per sistemare
tutto: anima, corpo e bisinissi. Ci vuole polso e delicatezza, perché
come diceva Giobbe: “pelle per pelle tutto quanto l'uomo possiede
è pronto a darlo per salvarsi la vita”. È una partita
di giro: il cittadino dà, lo Stato riceve e gli amici incassano.
E accussì i conti stanno in salute. Oramai semu ‘nsignati
su come si pilotano gli appalti, su quali cliniche private accreditare,
su come si bummiano i tariffari, su come si scelgono i primari, su quali
sono i partiti che ci portano riverenza per i finanziamenti che si ammuccano,
su come zittire quaccheduno che può parlare assai e su come fare
cantare quacche altro che ci può dare informazioni fresche di Procura.
Queste decisioni le pigghiamo nei salotti scich, quelli con i divani in
pelle di caimano. Trattasi di lavoro lungo, picchì u lignu s’addrizza
quannu è giovane, sennò rimane storto. A questi medici bisogna
cominciare a fargli capire chi è che comanda quando stanno ancora
studiando, dentro le facoltà. I baroni ci servono a creare il clima,
a far capire che un padrone c’è sempre. Poi, con rispetto
parlando, trattandosi di medici, ci vuole Ordine, e in certi casi, uno
più è Amato e meglio è. Che per fare certe riunioni
non servono appartamenti da 500 metri quadrati, che mica dobbiamo fare
un partito come Sturzo. Quelli si possono svendere agli amici, si segnano
con un Lapis di punta buona e si dividono. Poi è importante che
tutte le cliniche si pigghiano i nomi dei santi, masculi e fimmini, da
Santa Teresa a San Raffaele, da Bagheria a Bari, che pure la devozione
è una cosa che dà un senso di protezione. Come dice Vossìa,
tutto il mondo è palese, e perciò putemu parrari di Italia,
di Sicilia o di Puglia prima di tutto, ma la sostanza poco cambia e non
c’è nessun mistero Fitto.
Certo, quaccuno che getta fango c’è sempre, dicono che ci
sono troppi medici inquisiti: da Aiello a Cinà allo smemorato di
Raffadali a tanti altri che a nominarli tutti un pizzino non ci basta.
Sono sfortunate coincidenze, però ci stiamo attrezzando. Tutte
queste intercettazioni ci hanno scassato la prostata, che non ci sono
campagne di prevenzione che reggono. Però con le campagne elettorali
ci sappiamo fare megghio e i nostri dottori sono delle potenze. Vossìa
è un uomo fortunato, pare nato con il camice. (GFL)
|
|