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n° 14
     
   

INFOMERTAINMENT

La tv è bella da inghiottire, però macinata bella fina, perché i denti ce li siamo giocati facendo zapping, di quello duro. Per fortuna oggi tutti i generi sono tritati assieme, così non siamo più costretti a sputare qualche pelo di informazione rimasto in mezzo a pentoloni di intrattenimento. E in più ne viene fuori un delicato aroma di omertà che non è più un muro da abbattere coi pugni chiusi, ma una supposta da accogliere a natiche aperte, così ipnotica che te la trovi dentro senza neanche toccarla, come se a farti la cortesia ci pensasse il mago Silvan, il creativo Tremonti, il creatore Andreotti o la creatura Mastella. Ora un bel brodino e poi a nanna che anche i punti interrogativi più contorti e fastidiosi si raddrizzano, come il dito medio della Santanchè.


Palo in sesto a cura dell’Ass. suconi gastro-catodici

vedi poster
     
 

EDITORIALE-SCREDITORIALE-EDITROIALE-FETIDORIALE

Voscienza ‘bbenedica,
stamatina comprai il giornale per Vossìa, che mi riferirono che non potevate uscire. Non facissi sforzi che oggi il giornale pesa quanto mezzo pollo. Pare che uno trasi in edicola e nesci con l’enciclopedia. Però le cose belle ci sono, ci su’ certi fimminazzi, ma non solo nelle pagine della pubblicità, che uno si deve allustrare gli occhi prima di guardarle e poi sport, gossippi, cucina e prediche di cardinali. Strinci strinci, u sucu esce da llà.È una soddisfazione che certi mali discorsi pare che non interessano più a nessuno e se c’è quaccuno che ancora non ha capito come vanno le cose, che è fuori di testa, ci facemu nesciri l’occhi per di fuori. Ma Vossìa ve lo ricordate di quando vent’anni fa ci arrivò la comunicazione giudiziaria ai cugini Salvo? Tutti i nazionali ci fecero la prima pagina, ‘sti curnuti! Per fortuna che il Giornale di Sicilia ci fece solo due colonnine all’interno, tipo caccia al tesoro. Certo, i giornalisti si incazzarono un poco con l’editore, ma la cosa finì lì. Oggi i tempi sono diversi, hanno poco di alzare la testa, pure che scioperano non glie ne fotte a nessuno, e il giornale in edicola ci finisce lo stesso. A ‘sti giornalisti ci ficimu livari u viziu di farisi i cazzi che non ci appartengono. Non ce l’ha insegnato nessuno che “su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere”. Certo, quacche khomeinista antimafia c’è sempre, ma per prima cosa non sono pietre che fanno lippo, anche perché senza piccioli non se ne fa professione e se non bastano le evidenze ci pensa la fame a fargli cambiare strada. E poi c’è la par condicio e i nostri uomini sanno replicare a raffica e con sdegno a chi parla di relazioni tra mafia e politica. Ma guardiamoci un poco di televisione, che sul telegiornale dovessero fare un servizio sul Grande Fratello…Minchia forse sto facendo confusione, forse dicevano che facevano vedere quelli del Grande Fratello che si vedevano il telegiornale e lo commentavano. Oramai la coltura è a portata di tutti. Talè, sta accuminzannu…
(GFL)

 
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