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INFOMERTAINMENT
La tv è bella da inghiottire,
però macinata bella fina, perché i denti ce li siamo giocati
facendo zapping, di quello duro. Per fortuna oggi tutti i generi sono
tritati assieme, così non siamo più costretti a sputare
qualche pelo di informazione rimasto in mezzo a pentoloni di intrattenimento.
E in più ne viene fuori un delicato aroma di omertà che
non è più un muro da abbattere coi pugni chiusi, ma una
supposta da accogliere a natiche aperte, così ipnotica che te la
trovi dentro senza neanche toccarla, come se a farti la cortesia ci pensasse
il mago Silvan, il creativo Tremonti, il creatore Andreotti o la creatura
Mastella. Ora un bel brodino e poi a nanna che anche i punti interrogativi
più contorti e fastidiosi si raddrizzano, come il dito medio della
Santanchè.
Palo in sesto a cura dell’Ass. suconi gastro-catodici
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EDITORIALE-SCREDITORIALE-EDITROIALE-FETIDORIALE
Voscienza ‘bbenedica,
stamatina comprai il giornale per Vossìa, che mi riferirono che
non potevate uscire. Non facissi sforzi che oggi il giornale pesa quanto
mezzo pollo. Pare che uno trasi in edicola e nesci con l’enciclopedia.
Però le cose belle ci sono, ci su’ certi fimminazzi, ma non
solo nelle pagine della pubblicità, che uno si deve allustrare
gli occhi prima di guardarle e poi sport, gossippi, cucina e prediche
di cardinali. Strinci strinci, u sucu esce da llà.È una
soddisfazione che certi mali discorsi pare che non interessano più
a nessuno e se c’è quaccuno che ancora non ha capito come
vanno le cose, che è fuori di testa, ci facemu nesciri l’occhi
per di fuori. Ma Vossìa ve lo ricordate di quando vent’anni
fa ci arrivò la comunicazione giudiziaria ai cugini Salvo? Tutti
i nazionali ci fecero la prima pagina, ‘sti curnuti! Per fortuna
che il Giornale di Sicilia ci fece solo due colonnine all’interno,
tipo caccia al tesoro. Certo, i giornalisti si incazzarono un poco con
l’editore, ma la cosa finì lì. Oggi i tempi sono diversi,
hanno poco di alzare la testa, pure che scioperano non glie ne fotte a
nessuno, e il giornale in edicola ci finisce lo stesso. A ‘sti giornalisti
ci ficimu livari u viziu di farisi i cazzi che non ci appartengono. Non
ce l’ha insegnato nessuno che “su ciò di cui non si
può parlare, si deve tacere”. Certo, quacche khomeinista
antimafia c’è sempre, ma per prima cosa non sono pietre che
fanno lippo, anche perché senza piccioli non se ne fa professione
e se non bastano le evidenze ci pensa la fame a fargli cambiare strada.
E poi c’è la par condicio e i nostri uomini sanno replicare
a raffica e con sdegno a chi parla di relazioni tra mafia e politica.
Ma guardiamoci un poco di televisione, che sul telegiornale dovessero
fare un servizio sul Grande Fratello…Minchia forse sto facendo confusione,
forse dicevano che facevano vedere quelli del Grande Fratello che si vedevano
il telegiornale e lo commentavano. Oramai la coltura è a portata
di tutti. Talè, sta accuminzannu…(GFL)
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