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BALL
& FUTT
Altro che oppio dei popoli, il calcio è una medicina miracolosa
per l'Italia, un viagra che raddrizza la nostra moscia economia.
È più che uno sport.
È più che un semplice affare.
È un'arte divinatoria.
È la conferma della superiorità creativa degli italiani:
sappiamo predire tutto. Si comincia “indovinando” il risultato
di una partita e si finisce con l'azzeccare chi sarà eletto, chi
ha sbancato la Parmalat, chi vincerà l'appalto per il ponte sullo
stretto o se Provenzano accetterà di partecipare all'isola dei
famosi. Abbiamo speso miliardi in ricerca senza sapere che per sapere
le cose non c'è bisogno di vederne la fine, basta indovinarle.
Ebbene, anche noi che di calcio non ne capiamo una fica secca, proviamo
a darvi i numeri vincenti : 51 come i milioni pagati dalla Lazio al Parma
per Crespo, 22 come i mesi di reclusione inflitti ad Agricola, medico
della Juve, per frode sportiva, 12 come i milioni pagati annualmente a
Vieri tra ingaggio e sponsor, 6 come i mila euro di stipendio per un anno
di lavoro in un call center, 7 come le centinaia di milioni di euro spesi
per mandare sui campi di calcio oltre 290mila poliziotti e affini,
42 come gli anni di latitanza di zio Bernardo, 10 come gli anni concessi
alle società per spalmare i loro debiti sui bilanci grazie a un
decreto lecca baffi. E allora scommettiamo, vinciamo, evadiamo dal solito
tran-tran fiscale. Che bel gioco: c'è da perdere la testa.
Campagna in tandem
con
l' A.c. G.O.A.L. (Garantiamo Ottimi Affari Loschi)
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EDITORIALE-SCREDITORIALE-EDITROIALE-FETIDORIALE
Voscienza 'bbenedica,
che fa non vi pareva ora che si parrava di palluni? Se Vossìa vi
state chiedendo cosa bolle in pentola, a Vossìa, con tutto rispetto,
lo diciamo subito: è pentola a pressione quella di cui ci stiamo
occupando. Che vi pare? A nuatri puru ci sale la pressione, ni vugghi
u sangu...và, quannu guardiamo i nostri campioni allo stadio. Pare
l'opera dei pupi. Tutti che dicono: “vinciamo...perdiamo...”.
La cosa bella del calcio è questa!.. a gente s'azzanna comu quannu
c'avissiru inchiutu a panza, e invece non si accorgono che di pieno hanno
solo la testa. Piena di minchiate! E questo è importante. E sennò
di chi cosa hannu a parrari i nostri picciotti quannu si pigghianu u cafè?
Di mafia, corruzione, ingiustizia? Ma non scherzate! Lassati ca parrunu
di calcio, e se non ci basta ci mettessero pure quattro cosce belle dritte
davanti alla tv, un paio di veline insomma. Che prima le veline le facevamo
fare ai giornalisti. Ora sono più famose quelle che si fanno i
calciatori. Ma il risultato non cambia. Anzi, abbiamo fatto più
notizia noi con lo striscione contro il 41 bis che la squadra di Gela
con le magliettine contro il pizzo. A nuatri c'è rimasta la pubblicità,
a quello la macchina bruciata. Una volta i tempi erano diversi, piccole
squadre, belle da vedersi come la Bacigalupo allenata da Marcello “viso
d'angelo”, che gli applausi erano così forti che parevano
colpi di lupara. E poi nel calcio c'è
u bisinissi. Secondo vossia perché ci sono squadre che hanno milioni
di tifosi, che un partito politico non ci può stare dietro? Che
poi dalle partite al partito il passo è breve, ma questa è
un'altra storia. E palle al centro. (GFL)
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