Tages-Spiegel del 01.06.2006 http://www.tagesspiegel.de/medien/archiv/01.06.2006/2566501.asp
Senza pubblicità
e senza padrini
La rivista di satira “Pizzino” in Sicilia combatte in modo indipendente
contro la mafia
di Verena Mayer, Palermo
Rita Borsellino, la sorella del cacciatore di mafia assassinato e riconosciuta combattente anti-mafia, alle elezioni regionali ha potuto conquistare solamente un successo di stima. Non ne è rimasto sorpreso Gianpiero Caldarella. Lui è giornalista a Palermo. Crede che il tempo non sia ancora maturo per una discussione senza compromessi sulla mafia, così come la incarna Rita Borsellino.
In Sicilia invece il tempo è maturo per un media, che mette in discussione in modo satirico la mafia. “Pizzino” si chiama la rivista, che Caldarella co-edita. Derivato da “Pizzo”, l’espressione usata per la tassa del racket, che l’80% di tutti i negozianti in Sicilia paga alla mafia, secondo Caldarella. Il “Pizzino”, il tipo di umorismo è un miscuglio tra “Titanic” (1) e un giornale studentesco, è l’unica rivista di satira in Sicilia e l’unica che osa occuparsi di mafia. Il “Pizzino” viene confezionato come un poster da aprire, che si lascia anche attaccare ai muri di casa, se, come succede, una libreria si rifiuta di venderlo- un foglio così non è normale per la Sicilia. La richesta è tuttavia grande, ci sono migliaia di lettori e pur sempre 500 abbonati. Con vignette, piccoli testi e fotomontaggi mettono alla berlina le trame oscure della mafia, il suo intreccio con la politica e la società, che ruba a loro, ai giovani, l’aria per respirare.
Caldarella, prossimo ai trent’anni, libero giornalista, aspetta davanti al teatro Massimo a Palermo, là dove si svolge l’ultima scena del “Padrino”. Caldarella potrebbe venire anche da Prenzlauer Berg (2) con le sue scarpe da ginnastica e la maglietta stampata. Ha fondato insieme a persone della sua età il “Pizzino” l’anno scorso. Hanno in comune questo: sono giovani e colti, ne hanno abbastanza della mafia, e vogliono comunicare questo a un pubblico largo.
Quando in Sicilia partì la
campagna elettorale, hanno concepito un manifesto sul quale Bernardo Provenzano,
il padrino dei padrini, fa pubblicità per un partito “Italia Nostra”-
il suo partito (3). Il suo invito a sostenerlo
finiva con le parole: “Andate per favore con il silenzio più assoluto
alle urne.” Poche settimane dopo Provenzano è stato arrestato in
una capanna a Corleone, dopo essere stato latitante per decenni. Non si sarebbe
potuto sapere prima che Provenzano si era nascosto proprio nella sua terra natale
di Corleone?
“No, non lo sapeva nessuno.” Caldarella se la ride, piccola barzelletta
siciliana.
Comunque crede che con l’arresto del padrino qualcosa cambierà,
anche se non subito.
Una casa diroccata vicino al porto di Palermo. Nelle mura di casa sono ancora visibili i fori dei proiettili della seconda guerra mondiale, nel cortile le piante crescono senza cura ed è pieno di gatti. Qui si trova la redazione del “Pizzino”. Per realizzare la rivista, Caldarella ha dovuto chiedere soldi a parenti e amici e ne ha investito di propri. “Satira indipendente. Nè pubblicità nè padrini”, c’è scritto nelle note di gerenza. Il “Pizzino” esce mensilmente e si trova nei negozi e nei locali del giro.
Co-editore è Francesco Di Pasquale, giacca di cuoio nera, laureato in filosofia. Dice che la satira probabilmente è l’unico strumento per criticare la mafia. “Ci sono talmente tante cose che succedono nel segreto, che possono essere scoperte solo servendosi della satira. E in caso di emergenza si può sempre dire che non si intendeva dire quello.” Mentre il “modo bugiardo di parlare della mafia, la sua negazione perpetua” è un motivo ridondante del “Pizzino”. Nel frattempo il “Pizzino” è stato percepito anche oltre i confini della Sicilia, come segnale contro la mafia. Ne hanno parlato i giornali europei, pure la RAI ha fatto un servizio.
Stanno suonando alla porta, arrivano una studentessa e un grafico. Si beve caffé, si discute animatamente e molto, prima o poi si decide in modo democratico di base. Prendono molto sul serio la cosa. Se vivessero in Germania, parteciperebbero probabilmente ad Attac. Quello che in altri paesi è il movimento di antiglobalizzazione, in Sicilia è l’impegno contro la mafia e contro una politica che si è accordata apertamente con la mafia. “Da quando c’è Berlusconi si scherza in Sicilia che non è la politica che viene corrotta dalla mafia, ma la mafia che viene corrotta dalla politica”, dice Caldarella.
“In Sicilia si dice: ‘A chi appartieni?’ Oppure: ‘Di chi sei figlio?’”, aggiunge Di Pasquale. “Si vuole sempre sapere chi sta sopra di te. Noi vogliamo che questo cambi. Che siano i propri meriti a contare e non il fatto di dipendere da qualcuno.” Chissà se una piccola pubblicazione come il “Pizzino” potrà avere molta influenza? “La situazione adesso è già molto diversa che vent’anni fa”, dice Di Pasquale. “Una volta la gente in Sicilia diceva: la mafia non esiste. Oggi la gente dice: la mafia fa schifo.” Questo almeno è già qualcosa.
Note:
(1)
Rivista di satira in Germania
(2) Quartiere di Berlino
(3) In realtà la campagna “Vota Provenzano”
è stata solo sostenuta da Pizzino, ma ideata e realizzata da un gruppo
di videomakers, che hanno anche realizzato il sito www.votaprovenzano.org.
Traduzione di Samantha Tomarchio