Pizzino #10

giuglio 2006

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Acc CURA ALLA CURA

Caro amico/cara amica, la malasanità è morta. Pece all’anima sua. Dopo l’Assistenzialismo e il Liberismo, è iniziata la nuova era della sana pubblicità pubblica sanità: il “Cazzituoismo”. Adesso la tua salute è in buone mani, le tue. Siamo fieri di consegnare direttamente a casa tua il coltellino “Crepasan”, realizzato con i fondi neri ricavati dalla neonata tassa sugli anticorpi (“I.RAP.INA.TI”), contrastata solo da quei minchioni dei movimenti antiglobulizzazione. Ora puoi essere al passo con i tempi e affondare le tue radici cariate nel motto “Mendico, cura te stesso”. Hai mai sentito parlare del principio della esclusiva responsabilità personale del malato? Certamente sì, tu che sai cosa significa avere una sana e robusta costituzione. Da oggi non sarai più costretto a corse negli ospedali, ad attese o ad errori sanitari che creano fastidiosi strascichi giudiziari. Il “Cazzituoismo” è scienza, non coscienza esatta. Quella ti servirà per arrangiarti. Ma stai in Campanella, perchè i veri pappaveri cercheranno di rubartelo per spacchettare tariffari gonfiati , assunzioni mirate, promozioni a pioggia, pacchetti di voti fioccanti, appalti salati, concorsi dolci, consulenze sanguisuga, apparecchiature fantasma, donazioni da cupole farmaceutiche e non…. Basterà ricordarti che chi c’ha la Sanità c’ha tutto. Ci vuole pazienza ad essere pazienti. Auguri!!!
A.C.C. (Associazione Chirurghi Casalinghi)



EDITORIALE-SCREDITORIALE-EDITROIALE-FETIDORIALE

Voscienza ‘bbenedica, a ‘stu minutu Vossià avete le mani un poco attaccate, ma non si preoccupasse e si riguardasse la salute che le mani sulla Sanità continuiamo a mettercele Nuatri.. Bisogna avere la cura giusta per sistemare tutto: anima, corpo e bisinissi. Ci vuole polso e delicatezza, perché come diceva Giobbe: “pelle per pelle tutto quanto l'uomo possiede è pronto a darlo per salvarsi la vita”. È una partita di giro: il cittadino dà, lo Stato riceve e gli amici incassano. E accussì i conti stanno in salute. Oramai semu ‘nsignati su come si pilotano gli appalti, su quali cliniche private accreditare, su come si bummiano i tariffari, su come si scelgono i primari, su quali sono i partiti che ci portano riverenza per i finanziamenti che si ammuccano, su come zittire quaccheduno che può parlare assai e su come fare cantare quacche altro che ci può dare informazioni fresche di Procura. Queste decisioni le pigghiamo nei salotti scich, quelli con i divani in pelle di caimano. Trattasi di lavoro lungo, picchì u lignu s’addrizza quannu è giovane, sennò rimane storto. A questi medici bisogna cominciare a fargli capire chi è che comanda quando stanno ancora studiando, dentro le facoltà. I baroni ci servono a creare il clima, a far capire che un padrone c’è sempre. Poi, con rispetto parlando, trattandosi di medici, ci vuole Ordine, e in certi casi, uno più è Amato e meglio è. Che per fare certe riunioni non servono appartamenti da 500 metri quadrati, che mica dobbiamo fare un partito come Sturzo. Quelli si possono svendere agli amici, si segnano con un Lapis di punta buona e si dividono. Poi è importante che tutte le cliniche si pigghiano i nomi dei santi, masculi e fimmini, da Santa Teresa a San Raffaele, da Bagheria a Bari, che pure la devozione è una cosa che dà un senso di protezione. Come dice Vossìa, tutto il mondo è palese, e perciò putemu parrari di Italia, di Sicilia o di Puglia prima di tutto, ma la sostanza poco cambia e non c’è nessun mistero Fitto. Certo, quaccuno che getta fango c’è sempre, dicono che ci sono troppi medici inquisiti: da Aiello a Cinà allo smemorato di Raffadali a tanti altri che a nominarli tutti un pizzino non ci basta. Sono sfortunate coincidenze, però ci stiamo attrezzando. Tutte queste intercettazioni ci hanno scassato la prostata, che non ci sono campagne di prevenzione che reggono. Però con le campagne elettorali ci sappiamo fare megghio e i nostri dottori sono delle potenze. Vossìa è un uomo fortunato, pare nato con il camice.