Pizzino #11

estate 2006

11

 

11

FLUSSI E REFLUSSI STORICI
Per filo e per sdegno

Se l’Italia è da tempo una della rotte privilegiate del Mediterraneo, figuriamoci quanto sia rotta la Sicilia. Ora basta con questa odiosa tradizione dell’ospitalità nei confonti dello straniero. Ci sono bastati i saraceni che hanno contaminato l’isola con monumenti là dove oggi avremmo goduto di ampi e comodi parcheggi. I numeri (arabi anche quelli, che disgrazia) ci inducono ad affidarci all’orgoglio nazional-secessionista, frutto di menti più Fini e di un senso pratico degno dei migliori Boss della Padania. Occorre ridurre e semplificare. I Centri di Permanenza Temporanea (CPT) scoppiano. Chiudiamoli e apriamo i CBT (Centri di Balnezione Temporanea). L’accoglienza sarà servita in mare, e correrà sul filo spinato dei salvagenti. E noi potremo goderci la spiaggia sotto l’ombrellone, canticchiando:
per quest'anno non cambiare
stessa spiaggia niente bare
non doverti ripescare
seppellire dare un nome anche a te
e come l’anno scorso
sul mare in carrettino
vedrete lampedusa lontanto lontano
nessuno vi vedrà vedrà vedrà
per quest’anno non crepare
dalle sbarre vedi il mare
ti sei fatto trasportare per soffrire per restare al cpt per quest’anno non scappare
se il servizio è criminale
per poterti soddisfare
per tornare da Gheddafi in sicurè
e come l’anno scorso sul mare con borghezio sarete un’emergenza costante costante
la gente la berrà berrà berrà
per quest’anno sei illegale
tocca a te farti sfruttare
torna ancora ‘sto razzismo
il fascismo quest’estate tocca a te.



EDITORIALE-SCREDITORIALE-EDITROIALE-FETIDORIALE

Voscienza ‘bbenedica,
ci vulissi raccumannari di non travagghiari assai cu ‘sta calura. E poi ci vulissi addomandare se ha sentito qualcuno dei nostri parenti all’estero, picchì a ferragosto volevamo riunire la famigghia per una manciata. Ne approfitto per invitare a Vossìa, che saremo pochi intimi, solo 140 cristiani, picchì alcuni nostri cugini in America, in Sud Africa e in Niù Ziland dissero che ci dispiace ma non sono disponibili. Vossìa certo li potete capire perché siete un uomo di mondo, ma io m’incazzo. Certi momenti mi sentu un cani arraggiatu. Chi ci mancunu i piccioli per tornare? Si sono scordati delle valigie di cartone e -forse ‘ca forse- pure di Nuatri. Ancora mi ricordo di quando nel ’48 l’onorevole Alessi diceva che l’emigrazione era una “condizione spirituale della Sicilia”, addirittura “una forma particolare di sviluppo della vitalità isolana”. Certo che a quei tempi era più facile. I nostri emigrati si erano fatti onore, come Lucky Luciano che fece sbarcare le truppe americane. Ora, invece cu c’è? E’ cchiù ‘ssai u fangu ca ‘a scalora. Agli “scappati” come gli Inzerillo è meglio che non ci viene in testa di arripresentarsi picchì sennò l’asilo politico ce lo leviamo prima che c’hanno il tempo di dire zib.
Per il resto non vi preoccupate. Una volta si parrava che la Sicilia diventava americana, oggi al massimo c’è Lampedusa che la volessero fare diventare provincia di Bergamo. Cosi di pazzi! Vossìa ve lo immaginate? Tuttu ‘stu burdellu pi quattru turchi che sbarcano mezzi morti.
Quelli che possiamo li facciamo travagghiari nei nostri cantieri e nei nostri campi. Vivono da latitanti, ma non è che hanno le carte macchiate. U fattu è che le carte non le hanno proprio. E quindi per noi la partita è facile. Niente sindacati, piena disponibilità, picca parrari e picca piccioli. Mi futtu di ridiri quannu pensu che al governo non sanno fari autru che ripetere: “emergenza emergenza”. Ma chi su’ cretini? Nuatri lo abbiamo capito al volo come trattare la questione e se c’è quacche cinese che alza la testa non li facciamo entrare neanche nei loro negozi, che dove infilano la chiave ci buttiamo una siringata di colla come nei cannoli. A parrari di manciari mi si asciuga la bocca ancora di più. Che fa ve la prendete una granita?